Sulla presunta cancerogenicità della lana di vetro
“La Commissione consultiva tossicologica nazionale (CCTN), dopo aver lungo esaminato il problema, nel luglio 1990 ha espresso il proprio parere.
Essa ha ritenuto di non inserire le fibre di vetro e la lana di vetro, la lana di roccia, la lana di scoria e le fibre ceramiche nella “lista dei cancerogeni”: in quanto le evidenze epidemiologiche disponibili attualmente ed il tipo ed il risultato degli esperimenti sugli animali non permettono di concludere che “esiste una convincente evidenza di cancerogenicità” che è la condizione imprescindibile per l’inserimento nella succitata lista.
La predetta Commissione, poi, tenuto conto da un lato dei complessi problemi di interpretazione che si pongono circa i dati sperimentali sugli animali e dall’altro della mancanza di indizi di cancerogenicità per l’uomo, ha classificato le fibre di vetro in categoria 3, mentre ha posto in categoria 1, e quindi nella lista dei cancerogeni, esclusivamente la tecnica di produzione delle fibre di lana di roccia e/o di scoria a Batch e ciò in base ad evidenze epidemiologiche di un eccesso di tumori polmonari tra i lavoratori addetti a detto particolare tipo di produzione; va sottolineato che detto arcaico procedimento (Batch) non viene più utilizzato da tempo in Italia.”
“…Nell’ottobre del 2001 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha finalmente completato l’annosa valutazione circa gli eventuali effetti cancerogeni delle lane minerali artificiali, fra cui ovviamente si trova la lana di vetro utilizzata per l’isolamento termico e acustico…. Prima dell’uscita di questa monografia della IARC, la lana di vetro era classificata nel gruppo 2B; ora le lane minerali isolanti sono state portate al gruppo 3: questo vuol dire che il rischio cancerogeno della lana di vetro già prima di questa importante presa di posizione era pari al rischio cancerogeno del caffè, mentre adesso il suo rischio è stato declassato al livello del tè…