Io non capisco una cosa. E la voglio dire SENZA ironia, ma, come al mio solito, senza nessun pelo sulla lingua.
Mi chiedo il perchè, le riviste (cartacee e non) si intestardiscono a fare giochetti strani. O quantomeno a NON spiegare la loro linea editoriale. Parliamoci chiaro: facciamo che io sia il "patron" di una rivista "audio". La mia rivista, ovviamente, lavorerà come io desidero. Nel caso invece fossimo dei soci, la rivista lavorerà COME la maggioranza dei soci vuole.
Mi pare LAPALISSIANO.
Ora, mettiamo che determinati professionisti di settore, di acclamato spessore tecnico, rispondano positivamente ad una mia richiesta di collaborazione.....OVVIO che dovrò ricompensarli in maniera proporzionale alla loro autorevolezza, pur cercando di far quadrare i conti alla mia "azienda". Devo quindi trovare un ragionevole accordo, che però DEVO considerare come un importante INVESTIMENTO.
Fin qui mi pare liscio come una lavagna.
Ora, in base alle precedenti affermazioni, avrò sicuramente già deciso SE fare l'imprenditore al 100% (ossia valutando SOLO la convenienza delle entrate di eventuali sponsor, e le uscite dei vari collaboratori + le spese di gestione, cercando di guadagnare il più possibile), o SE fare SIA l'imprenditore CHE un servizio di informazione. Cosa vuol dire quest'ultima cosa? Vuol dire che , pur cercando di far quadrare i conti, guadagnando il "ragionevole" devo ANCHE e SOPRATUTTO avere l'obiettivo di creare una pubblicazione che in qualche modo incentiva CONOSCENZE e CULTURA (in questo caso tecnica/musicale);cose deelle quali TUTTI si incensano, ma che alla resa dei conti mi pare non faccia davvero nessuno. OVVIO che se voglio ANCHE fare un servizio di INFORMAZIONE al grande pubblico dovrò INVESTIRE sopratutto su chi le CONOSCENZE le ha, e POI trovare l'apporto di sponsor. E devo cercare di collaborare con quelli sponsor che NON intralciano più di tanto questo mio servizio ai lettori. (Già....a volte mi chiedo: ma i lettori SERVONO, sono RISPETTATI? Oppure alle riviste ne bastano pochi, tanto basta avere gli sponsor "giusti"?)
In ogni caso, se per via della congiuntura economica, per le particolari e disagevoli condizioni alle quali una azienda italiana si trova a "combattere, NON è possibile fare qualcosa che porti SIA informazione CHE ragionevoli giadagni, perchè non la si finisce di cercare di fare LAUTI guadagni alle spalle del povero lettore, e si va a vendere dettersivi? Anzichè di fregiarsi come la pubblicazione che "salva la patria" (l'audiofilo) , e puntualmente NON lo fa, tanto vale andare a fare impresa dove di CULTURALE ed INFORMATIVO non c'è traccia. Ovviamente però si deve lavorare e pedalare...
Infatti, l'approccio di una RIVISTA TECNICA, meramente a "scopo di lucro", lo paragono ad aprire un BAR, una rivendita di DETERSIVI od a fare il rappresentante di articoli per PARRUCCHIERE. Ossia attività che NON hanno NESSUNA velleità di tipo CULTURALE od INFORMATIVO.
Ma glielo devo spiegare io (umile operaio) a questi signori? Oppure credono di poter proseguire come negli ultimi DISASTROSI anni? Ricordo loro , che i lettori oggi sono mediamente più informati che negli anni '80, e che questo approccio SEMPLICISTICO, ormai ANACRONISTICO, porterà loro all'ennesimo fallimento.
Ovviamente è una mia opinione, ma sono >25 anni che leggo riviste.....