Delta Butterfly One
L’ingombro ridotto e la possibilità di installazione a scaffale rendono i Delta Butterfly One oggetto di questa prova diffusori adatti anche alla sonorizzazione di ambienti domestici di dimensioni particolarmente contenute.
La presenza del secondo woofer laterale caricato con l’esclusiva tecnica DDELS consente di ottenere prestazioni alle basse frequenze molto simili a quelle dei modelli da pavimento (i due woofer da 8” di ciascun diffusore hanno una superficie emittente uguale a quella di un woofer da 12”).
Il progetto dei GR Delta Butterfly One è stato ottimizzato per poter installare i diffusori sia a grande distanza che in prossimità delle pareti dell’ambiente, facilitando enormemente il raggiungimento delle massime prestazioni, qualsiasi locale si voglia sonorizzare.
SCHEDA TECNICA GR Delta Butterfly One
I sistemi di altoparlanti GR Delta Butterfly One sono il modello meno costoso della serie Delta, che comprende tutti i diffusori GR dotati di volume di carico dei woofer di forma prismatica a base triangolare e cui i Butterfly One appartengono di diritto grazie al loro particolarissimo mobile.
I materiali e la struttura del mobile di carico dei woofer e la sua fortissima coibentazione con lana di vetro ottengono di prevenire la possibile nascita di onde stazionarie, mentre i pannelli interni obliqui e il completo rivestimento con lastre di piombo eliminano la possibilità di insorgenza di code sonore attribuibili sia a risonanze interne come dei pannelli stessi.
I diffusori Giussani Research vengono totalmente progettati, costruiti e collaudati in Italia e i GR Delta Butterfly One non fanno eccezione.
I mobili vengono allestiti da una fabbrica specializzata in lavorazioni artigianali di pregio, per le quali può essere impiegato qualsiasi tipo di materiale. Nel caso dei Delta Butterfly One si è optato per legnami di diverse tipologie, dal medium density al massello, appesantiti e smorzati con la applicazione e l’incollaggio a caldo di lamine di piombo da 2,5 mm di spessore, che garantiscono una totale assenza di vibrazioni e colorazioni attribuibili a risonanze dei pannelli, nonché la stesura su panello frontale e posteriore di una speciale vernice dotata di proprietà smorzanti.
I talai portatela protettiva non sono previsti. Questa scelta è stata resa possibile dall’adozione di woofer con sospensione in neoprene estremamente stabile (contrariamente al foam) anche in presenza di eccessi di ossigeno o radiazioni ultraviolette e di un tweeter la cui struttura è auto-protettiva.
La grande potenza massima sopportabile (fino a 400 watt su 4 ohm) consente poi di raggiungere livelli acustici di picco uguali a quelli delle performance dal vivo.
Le immagini che seguono mostrano il risultato di calcoli volti a definire la potenza massima RMS per canale dell’amplificatore che si dovrebbe installare in due ambienti di diverse dimensioni (20 mq e 40 mq) e a diverse distanze di ascolto, per poter raggiungere livelli di picco di 113 dB spl. Naturalmente chi gradisse ascoltare a livelli inferiori, più correttamente definibili “condominiali”, potrà optare liberamente per potenze inferiori.
Il sistema di carico adottato per i woofer è l’esclusiva tecnologia DDELS , che grazie alla diversificazione delle masse mobili dei due woofer ottiene di incrementare il volume di lavoro di entrambi, conseguendo una estensione della risposta alle basse frequenze superiore a quella ottenibile con il semplkice montaggio in un unico volume di due woofer identici.
Nel grafico a fianco è mostrata la risposta a terzi d’ottava. rilevata in campo vicino, dei due altoparlanti separatamente.
Si nota come il woofer laterale, filtrato passa-basso a 500 Hz (curva rossa), sia caratterizzato da una risposta più estesa del mid-woofer frontale (curva verde) la cui risposta in frequenza mostra un calo fra i 200 ed i 1.000 Hz dovuto alla particolare tecnica di misura adottata.
I woofer impiegati come base per gli interventi tecnici di personalizzazione GR, sono firmati dalla danese Peerless ed appartengono ad una serie di progettazione molto recente, che fa uso di accorgimenti particolari per consentire ampie escursioni ed elevate potenze elettriche applicabili (il cestello è aerodinamico e la bobina mobile ampiamente esposta ai flussi d’aria generati dal movimento, anche grazie appositi fori praticati nel cono stesso).
Il mid-woofer frontale è stato modificato dalla GR per poter conseguire una risposta estesa fino ai 3 kHz esente da picchi derivanti da break-up, mentre il parapolvere originale è stato sostituito da un tipo più grande trasparente al suono emesso dalla cupola custom applicata al suo interno.
Il tweeter planare adottato è caratterizzato da una grande potenza RMS continua sopportabile e funzionamento push-pull, grazie alla presenza di numerose barre magnetiche al neodimio sia anteriormente che posteriormente.
Il nuovo materiale impiegato per la sua membrana è stato sviluppato in collaborazione con la Dupont e presenta caratteristiche meccaniche, acustiche e termiche superiori al classico mylar usato tradizionalmente per questo tipo di altoparlanti.
L’emissione posteriore del tweeter avviene all’interno di un volume chiuso coibentato che funge da carico adatto a conseguire i desiderati FC e QTC al limite inferiore di funzionamento, limitando l’escursione per contenere la distorsione e permettendo al contempo all’altoparlante di agire come sorgente monopolare al pari del mid-woofer, generando un andamento della dispersione e della potenza acustica privo di discontinuità.
Il pannello frontale del mobile su cui sono montati il mid-woofer e il tweeter ha una larghezza di 24 cm.
Da notare che tutti i sistemi il cui pannello anteriore abbia una larghezza molto superiore ai 20 cm (sia pure con bordi arrotondati, ma che non presentino altri adatti accorgimenti), non possono essere considerati ottimizzati sotto l’aspetto della percezione della diffrazione ai bordi. Percezione che, ove presente, confonderebbe le informazioni acustiche originali sulle dimensioni delle sorgenti acustiche registrate nel segnale da riprodurre.
Il progetto Butterfly prevede quindi la realizzazione di un certo numero di solchi di dimensioni tali da fare estinguere la propagazione delle onde acustiche lungo il pannello entro un intervallo di tempo inferiore a quello necessario al raggiungimento del bordo esterno. In tal modo gli effetti della diffrazione residua possono essere facilmente considerati totalmente inudibili. Cosa puntualmente verificata grazie a specifiche sessioni d’ascolto.
La rete di crossover preposta alla suddivisione del segnale elettrico fra i due trasduttori presenta una configurazione del second’ordine.
L’implementazione pratica è con induttori surdimensionati e condensatori in polipropilene.
La rete è montata su una base isolante e successivamente è resinato per evitare ossidazioni e vibrazioni di qualsiasi entità.
La risposta in frequenza globale in ambiente mostrata nel grafico a fianco, ovvero la più significativa per quanto riguarda le sensazioni d’ascolto, è stata rilevata in un locale domestico caratterizzato da assorbimento medio, avente una superficie di 37 mq e alla distanza di 2,7 m da una sola cassa acustica. Il microfono era a 110 cm da terra.
Per verificare il campo acustico diretto generato sull’asse dal diffusore e misurarne la distorsione (blu IIA armonica, verde IIIA) abbiamo proceduto ad effettuare le relative misurazioni, dai 300 Hz in giù in campo vicino, mentre dai 300 Hz in su in campo libero finestrato alla distanza di 0,5 m. Il livello di prova era equivalente a 90 dB spl ad 1 metro. I risultati sono mostrati nel grafico qui a lato.
La misura dell’impedenza, riportata nel grafico di Fig.4, mostra un modulo che non scende mai sotto ai 3,5 ohm ed un argomento che si svolge quasi totalmente entro la fascia dei +36°.
Caratteristiche che consentono di ritenere le Delta Butterfly One un carico di 4 ohm nominali, pilotabile con relativa facilità da qualsiasi buon amplificatore hi-fi.
I morsetti di ingresso consentono la connessione Bi-wiring (ovvero con una doppia coppia di cavi per diffusore) sia con banane che con cavi spellati o forcelle.
L’ASCOLTO
I diffusori Butterfly One sono stati ascoltati da moltissime persone, sia durante il loro sviluppo che in occasione degli eventi pubblici nei quali sono stati presentati.
Per le sessioni d’ascolto sono stati impiegati spesso sia un integrato McIntosh MA6800, anche in funzione di preamplificatore in abbinamento a finali di varie marche, fra cui l’EAM Lab HA 600, sia altri finali di potenza particolarmente elevata.
I cavi di potenza sono stati quasi sempre GR SC-1000. Il software è stato il più vario, spaziando da selezioni di brani tratti da un CD Demo Giussani Research appositamente predisposto che i Velut Luna Samples for Giussani Research appositamente predisposti dal noto tecnico audio Marco Lincetto per i clienti GR.
Tutti gli appassionati che hanno ascoltato i GR Butterfly One nelle diverse occasioni citate hanno sempre espresso giudizi del tipo “…grande potenza ed estensione delle basse frequenze…” – “…invisibilità acustica dei mobili, assenza di code sonore, grande precisione timbrica,sensazione di ascoltare diffusori molto più grandi…”.
In molte delle situazioni d’ascolto realizzate abbiamo potuto usare gli amplificatori (di potenza spesso eccedente la massima dichiarata) fino al massimo delle loro possibilità senza dover lamentare il raggiungimento dei limiti di funzionamento dei diffusori.
Nella mia qualità di progettista dei sistemi Butterfly posso aggiungere che durante il loro sviluppo mi sono concentrato sull’ottenimento di una timbrica direttamente comparabile con quella del modello GR Delta 4 R10, sia per installazione free standing che in prossimità della parete posteriore.
A proposito della capacità dei GR Butterfly One di fornire una prestazione convincente in entrambe le condizioni appena elencate, sarà bene chiarire che essa deriva dal particolare dimensionamento del mobile (molto profondo) e dal posizionamento laterale del secondo woofer.
Quando i diffusori vengono appoggiati alla parete, la parte della banda audio che subisce un graduale incremento al diminuire della frequenza è quella inferiore ad 1 kHz, ovvero quella maggiormente interessata alla formazione di un campo riverberato (che com’è noto è costante per ogni posizione di ascolto nell’ambiente).
Questa condizione consente di riequilibrare la risposta percepita, con una installazione free standing in grande ambiente, semplicemente aumentando la distanza d’ascolto dai diffusori, ottenendo di attenuare solo la risposta da 1.000 Hz in su (poco interessata dal riverbero e costituita in massima parte da campo diretto).
Quando, viceversa, l’ambiente disponibile fosse di piccole dimensioni e i diffusori dovessero essere posti obbligatoriamente a scaffale, la distanza d’ascolto ridotta che verrebbe molto presumibilmente adottata otterrebbe di riequilibrare l’aumento della gamma medio-bassa e bassa causato dalla installazione in prossimità della parete, con l’automatico incremento del livello del campo diretto al di sopra dei 1.000 Hz conseguente alla distanza d’ascolto ravvicinata.
CONCLUSIONI
Le prestazioni strumentali dei sistemi GR Butterfly One ne evidenziano un funzionamento esente da difetti e caratterizzato da prestazioni per molti aspetti del tutto originali.
Le prestazioni soggettive consentono di definire questi sistemi come adatti sia ad un impiego domestico in impianti di diffusione acustica di qualità molto elevata, sia in ambito professionale come compatti ma potenti Control Monitor di riferimento.