Altoparlanti RS Speakers W140.38 e TW 110.28 F/Ag

di Piero Rossi

Prima parte

Mi scrive il direttore, due righe, testualmente: “mi faccio mandare dei campioni dalla RS Speakers, ti va di provarli?” più o meno come chiedere ad un bambino se gli va di andare a giocare dentro un negozio di caramelle… E così eccomi qua, mi arriva a casa uno scatolone marcato “Sica Loudspeakers” apro e trovo quattro scatole disposte con attenzione e accuratamente isolate dall’esterno tramite cartoni e pluriball, ogni scatola porta in bella evidenza il marchio a rilievo RS nonché il sottotitolo “pura passione”.

Nel caso non fosse chiara la produzione sfilata la scatola in cartone bianco dalla sovracopertina nera la scritta inequivocabile stampata sul coperchio superiore: “Custom made by Sica Loudspeakers”

Scatola Tweeter RS
Custom made by Sica Loudspeakers

Quella dicitura “Custom” Mi ricorda piacevolmente il mondo degli strumenti musicali con Fender, Gibson e vari produttori che al fianco della linea “industriale standard” forniscono una serie di strumenti assemblati con particolare cura sia nella scelta di legni e componenti sia nelle mani di artigiani storici che forniscono allo strumento un valore aggiunto non di poco conto, ad un prezzo ovviamente allineato. Sica è parte di quel mondo, per cui niente di più naturale che presentarsi con una linea “Custom” pensata per un “mercato Custom” quale è praticamente diventato quello della HiFi odierna, con componenti dichiaratamente pensati e costruiti per andare a competere nelle fasce alte del mercato, per cui le premesse sono veramente stimolanti.

La confezione è semplice e robusta, cartone e plastica, contiene anche le istruzioni per lo smaltimento, la plastica è utilizzata per i sacchetti che contengono le viti a corredo e per le protezioni delle membrane, nel tweeter è particolarmente importante dato che la cupola sporge di qualche millimetro dalla flangia.

La confezione di ogni altoparlante prevede un kit di montaggio comprendente guarnizione in schiuma di poliuretano e un kit di fissaggio con viti dedicate con testa a brugola semitonda da 4MA e relative femmine da affogare nel legno, nel midwoofer la guarnizione è già incollata nel cestello.

Al momento il catalogo prevede un Woofer da 220 mm, un Midwoofer da 174 mm in due versioni con o senza ogiva centrale di rifasamento, un Midwoofer da 140 mm anch’esso in due versioni con o senza ogiva centrale di rifasamento e tre tweeter, il più piccolo con magnete in Ferrite e bobina mobile da 25 mm in rame, e gli altri due con magnete in Neodimio ed in Ferrite entrambi con cupola da 28 mm e bobina mobile in alluminio.

Le similitudini tra i midwoofer non devono ingannare, non si tratta dello stesso altoparlante a cui semplicemente si è scelto di sostituire la cupola parapolvere con una omologa a forma di ogiva, entrambe le versioni dotate di ogiva oltre a dichiarare una Mms curiosamente inferiore, usano un gruppo sospensivo (cerniera e centratore) complessivamente più rigido, da cui poi deriva una Fs lievemente più alta e a seguire una maggiore estensione verso l’alto di tutta la risposta, con un certo tangibile incremento dell’estremo alto, per cui si tratta di altoparlanti sostanzialmente diversi, ognuno nato ed ottimizzato per essere usato in un suo spazio progettuale. La stessa cosa vale per i due tweeter da 28, le membrane a prima vista identiche sono in realtà molto diverse nella rigidità della sospensione, la versione con magnete in neodimio usa una sospensione di rigidità quasi dimezzata e vanta una Fs più bassa di 180 Hz.

Sulla scelta dei componenti non ho avuto alcun dubbio, avendo in precedenza usato diversi pezzi della linea “studio monitor” Sica (da cui questi nuovi componenti RS ereditano la struttura di base) la curiosità di provare queste nuove versioni pensate per l’HiFi era troppo grande per non cedere e ovviamente mi sono lanciato verso le nuove versioni dei componenti che conoscevo già: Midwoofer da 14 cm (W140.38) e come tweeter ho selezionato la versione con cupola da 28 mm e magnete ceramico (TW 110.28 F/Ag), la preferenza verso questo modello va spiegata.

Il modello di punta è costituito dal TW 104.28 N/Ag con magnete in neodimio (a listino 162€) a seguire viene la versione più “economica” TW 110.28 F/Ag con magnete in Ferrite (121€) ed infine il più piccolo 104.25 F (89€).

Quando anni fa il Neodimio subì un’impennata improvvisa nei costi in Sica affrontarono la questione ripensando nuovi gruppi magnetici “alternativi” sulla base di magneti in ferrite, così già nella produzione a marchio Sica sono già presenti in catalogo due versioni del tweeter con cupola da 28 piuttosto differenti, la versione con magnete in Ferrite contiene un anello di demodulazione in rame capace di controllare l’induttanza della bobina mobile, mantenere bassa l’impedenza ed al contempo estendere la risposta verso l’estremo superiore.

Si tratta di due ottimi tweeter, entrambi capaci di ottime performance in applicazioni monitor, il primo (neodimio) più “brioso” nelle prestazioni e il secondo un ottimo compromesso tra linearità, tenuta in potenza e facilità di applicazione, a livello di sonorità differiscono per sfumature, entrambi capaci di grande ariosità e dettaglio che si accompagna a bassissima fatica di ascolto.

A livello elettrico e di risposta le differenze sembrano riconducibili alla presenza dell’ anello di demodulazione.

Le curve di impedenza mostrano una certa somiglianza da 1200 Hz in su nel range che tipicamente coinvolge componenti esterni di filtro.

La risposta tendenzialmente crescente nel primo si “contrappone” ad una lieve depressione nel secondo di un paio di dB in zona 6/7000 Hz.

In queste nuove versioni RS le curve di impedenza dai 1000 Hz in su sono praticamente sovrapponibili, entrambi del resto hanno bobina mobile in alluminio, supporto bobina in alluminio e anello di demodulazione in argento! A livello di risposta la differenza maggiore traspare soprattutto all’estremo inferiore con la versione Neodimio che vanta una Fs a 520 Hz ed un Qt 0,39, contro i 700 Hz e 0,52 della versione Ferrite.

Le somiglianze tra questi nuovi componenti ed i “cugini” Sica sono parzialmente estetiche e lì terminano, le linearità sia a livello di risposta che di impedenza di tutte e tre le versioni RS sono semplicemente di un’altra categoria, decisamente e visibilmente più orientate a realtà HiFi.

Tra i tre ho preferito il modello intermedio, che considero un ottimo compromesso, Fs ancora sufficientemente bassa, ottima tenuta in potenza, e rispetto alla versione neodimio una minore enfasi intorno ai 3000 Hz che potrebbe attenuare la mia tendenza a dare “quell’impronta monitor” ad diffusori che realizzo… ahimè, ognuno ha le sue debolezze…

il woofer è un bel componente, dall’aspetto robusto e ben rifinito, la piastra inferiore del gruppo magnetico contiene anche il foro di decompressione morbidamente svasato al punto di uscita, una chicca estetica e magari anche funzionale utile a confinare eventuali risonanze del condotto lontane dalla banda utile della membrana, non per questioni (piuttosto remote) di “udibilità” quanto piuttosto per evitare un “muro acustico” centrato ad una precisa frequenza che inevitabilmente creerebbe una discontinuità nella regolarità della risposta.

Costruito intorno ad un cestello in alluminio pressofuso che si sviluppa su tre livelli, al primo è fissata la cerniera in gomma butilica dal particolare profilo DAR (Double Asymmetric Rolls) al secondo è fissato il grande centratore definito ad “onda progressiva” (entrambi sviluppati da Sica) che si trova a lavorare praticamente in aria libera, al terzo è fissato il gruppo magnetico.

Il supporto della bobina in fibra di vetro poco sotto il centratore presenta ulteriori fori di ventilazione per facilitare lo scambio di aria interno esterno, a tutto vantaggio sia del raffreddamento della bobina che della fluidodinamica interna conseguente alle escursioni del cono.

La bobina in rame viene alimentata tramite trecciole molto generose saldate a connettori faston.

La parte più visibile, che dà il nome alla linea è ovviamente la membrana brevettata “Fibonacci” che in pratica è un sandwich costruito applicando due diversi rivestimenti ad una struttura in polpa di cellulosa, uno interno smorzante ed uno esterno a base acrilica eroso con precisione da un sistema laser su delle linee guida pensate per provocare delle flessioni estremamente controllate in grado di “fratturare e dissipare” internamente le risonanze del cono.

L’escursione lineare dichiarata di 10 mm, (ulteriori 2 mm sono disponibili uscendo dalla zona lineare) e la generosa dimensione della bobina (38 mm) garantiscono una tenuta in potenza decisamente non trascurabile.

Anche il tweeter si presenta in un imballo adeguato con diaframma in plastica a protezione della parte frontale, solito corredo di viti e madreviti da affogare nel legno, guarnizione in schiuma di poliuretano, tutto contenuto anche qui in una scatola di cartone con sovracopertina nera

Anche questo non fa mistero della sua robustezza costruttiva e della particolare attenzione ai dettagli, la particolarità maggiormente visibile dall’esterno è la finitura della flangia frontale a “millerighe” estremamente fini e incise copiando perfettamente la tangenza del profilo frontale della flangia, per cui quelle interne vicine alla membrana sono angolate diversamente da quelle esterne.

Neanche troppo mascherata la volontà di creare delle piccole zone di interferenza capaci di controllare in qualche modo i “fronti d’onda laterali” che solitamente si trovano a percorrere la superficie del box fino al primo spigolo e causare problemi di diffrazione, ora non sarebbe corretto dire che questa particolare costruzione elimina totalmente il problema, ma lo stesso Renato quando presentò le Butterfly spiegò che il nome era dovuto alla forma degli scassi laterali al tweeter pensati per creare delle zone di interferenza funzionali alla dispersione alle alte frequenze, e in tutto questo vale la pena di notare un dettaglio: a dispetto della voluta “omogeneità estetica” di tutti i componenti della linea RS dove la “norma” è il nero satinato, i tweeter si presentano con questa superficie a millerighe lucida, segno evidente della volontà di cercare la migliore capacità di riflessione anche su delle micro superfici.

La parte posteriore è completamente chiusa dalla camera di decompressione, anch’essa in alluminio.

La linea RS fornisce per ogni singolo componente anche i parametri di Thiele & Small, misure ormai irrinunciabili per un autocostruttore, fondamentali per tutte le situazioni in cui si debba prevedere un box di caricamento ma gradite ed utili anche sui componenti chiusi, scartabellando tra i numeri non è così difficile rendersi conto della totale assenza di ferrofluido anche sul tweeter più piccolo, situazione determinata da uno studio portato avanti anni addietro in ambito Sica, Università e CNR che evidenziò una certa perdita di “dinamica e trasparenza”, dovute all’uso di olio magnetico nel traferro, studi che poi portarono alla nascita della primissima versione del tweeter da 28 mm con magnete in neodimio di cui ho scritto sopra, per cui seppure il ferrofluido venga comunemente usato in alcuni componenti Sica in una linea pensata per l’HiFi è stato accuratamente evitato.

Due misure al volo, la prima la routine relativa ai parametri T&S del midwoofer necessità di una piccola premessa: i tempi in cui venivano fornite misure approssimative da parte dei produttori sono andati, bello e utile farsi in casa il rilevamento dei parametri ma pensare di ottenere in casa dati più veri di quelli forniti da un sistema Klippel non è affatto realistico, tuttavia la seconda cosa da fare con un altoparlante nuovo che ci arriva in laboratorio è proprio il rilevamento dei parametri T&S, la seconda, perché la prima è lo studio certosino dei dati forniti, la terza è cercare di capire quali possono essere le condizioni che ci portano ad eventuali difformità, e ce ne sono una quantità, dalla temperatura al fatto che certe flessibilità hanno bisogno di “stirarsi”, ai livelli usati durante le misure al posizionamento del componente sul tavolo durante la misura, alla precisione di quello che usiamo ecc, per cui se come nel mio caso i nostri dati mostrano una Fs più alta di quanto dichiarato controllare e capire dove come e perché. La stessa routine fatta a 17 gradi fornisce dati completamente diversi a 24; cambia tutto, dalla Re della bobina al Cms delle sospensioni.

Sotto le curve di impedenza con e senza massa aggiunta fatte durante il rilevamento dei parametri T&S. Come massa aggiunta ho usato 19,16 g di mastice per vetri bianco, prodotto leggermente adesivo che non lascia residui si modella facilmente come la plastilina, non secca, e se posizionato correttamente non vibra sopra la membrana durante le misure, molto funzionale allo scopo.

Io ho fatto le mie misure a 17,3 gradi poi ho portato il woofer in un ambiente più caldo e le ho ripetute, ero comunque a temperature piuttosto basse poco sopra i 18°, direi che tutto sommato siamo accettabilmente sul pezzo, la maggiore difformità è sulla rigidità delle sospensioni.

Per quanto riguarda l’immissione dei dati nel Bass tramite Speakerss, per avere una maggiore corrispondenza ho cercato un valore Le che mi avesse permesso di approssimare al meglio la curva di impedenza tra i 2000 e i 3000 Hz, la misura a 1000 Hz della routine del bass è sicuramente utile e veloce, ma la progressione con cui poi il valore di impedenza sale verso l’estremo alto è condizionata non poco dalla particolare costruzione di ogni altoparlante, senza essere troppo cervellotici viste le opzioni offerte da Speakerss basta selezionare la frequenza di interesse maggiore e variare il valore di Le per modellare la curva in modo che nelle zone di nostro massimo interesse i valori siano più vicini a quelli reali.

Per il grafico di risposta ho usato come riferimento la risposta fornita dalla casa madre, quando avrò in mano il box da usare come caricamento potrò misurare una curva utile.

Segue una risposta in campo vicino fatta usando come “carico” una vecchia cassa di prova adattata velocemente, volume di circa 22 litri di cui 1,2 occupato da un condotto reflex accordato più o meno a 41 Hz:

La scala in dB non è allineata, sotto a 200 Hz non è da prendere in minima considerazione perché è relativo alla cassa di prova improvvisata, neanche sopra è da prendere in considerazione, il campo vicino non è una condizione adatta ad una analisi della risposta, ma io volevo verificare eventuali irregolarità nel comportamento della membrana.

Di seguito le curve di impedenza di entrambi gli altoparlanti

Direi che una prova significativa potrebbe essere fare un box adeguato, magari due, una versione cassa chiusa ed una Bass Reflex e un filtro semplice per lasciare entrambi gli altoparlanti liberi di esprimersi, ma tutto questo avrà bisogno di un minimo di tempo, diciamo che potremmo riparlarne tra qualche settimana.

Intanto inserisco il link del sito in cui poter visionare e acquistare direttamente gli altoparlanti.

RS è un marchio indipendente con una sua rete distributiva facilmente raggiungibile on line pensata per il mondo della HiFi, nel sito (https://rsspeakers.it/) sono reperibili informazioni specifiche di ogni singolo altoparlante, contatti e progetti e c’è anche la possibilità di acquistare direttamente comodamente da casa. Bei tempi… se solo ripenso a diversi anni fa quando per poter accedere a certi cataloghi bisognava raccomandarsi a rappresentanti e distributori e se andava bene si riusciva a risolvere percorrendo un centinaio di Km.

Continua…

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