ESB 7/05

ESB 7/05
ESB 7/05

Egregio Ing. Giussani,
di recente sono entrato in possesso di una coppia di ESB 7/05 (1985) ritirandole da un amico di Torino che le aveva da circa 5 anni inutilizzate in garage. Avendo avuto all’epoca l’occasione di ascoltarle, rimasi affascinato dalla bellezza del suono che riproducevano ma, purtroppo, erano per me un miraggio irraggiungibile. I diffusori sono provvisti dell’imballo originale (nel quale sono state conservate in questi anni) ed il mobile è in buone condizioni. Come però può immaginare, lo stato di woofer e mid non è buono (soprattutto le sospensioni in foam) e necessiterebbero di una accurata manutenzione. Vedendo il suo bel sito ho pensato di contattarla per sapere se secondo lei sarebbe possibile farle ritornare al vecchio splendore (soprattutto sonico) ed a chi mi potrei rivolgere.
La ringrazio anticipatamente.

Davide Loffi (Piacenza)


Gent. Sig. Loffi,

Le ESB 7/05 sono nate nel 1981 come primo progetto commerciale della serie 7 ed hanno usufruito di tutta la ricerca effettuata per mettere a punto la tecnica di emissione DSR (Distributed Spectrum Radiation). Lo studio teorico e la seguente verifica sperimentale che mi hanno condotto alla realizzazione del DSR sono state compiute utilizzando un sistema modulare che prevedeva, per ciascun canale, due pannelli a forte sviluppo orizzontale destinati a contenere il midrange-basso e l’Unità Medio-Alti, più un box da circa 50 litri contenente un woofer da 12″ in sospensione pneumatica.

Determinati con numerose sessioni di misure ed ascolti la corrette quote di installazione dei pannelli ed il migliore posizionamento dei box, io mi applicai al disegno di un mobile che potesse contenete il tutto garantendo sia i corretti posizionamenti relativi fra i vari trasduttori prescelti, in verticale e in orizzontale, sia gli orientamenti già definiti. L’estetica cui mi ispirai tendeva a ricordare un progetto Audiolab mai realizzato, che avevo provato a sviluppare negli anni ’70 impiegando componenti Kef. La “finta” suddivisione in due moduli sovrapposti doveva servire a conferire maggior slancio all’insieme, oltreché ricordare molto da lontano la soluzione adottata in quegli anni da Mark Levinson, che ascoltava due coppie di Quad ESL 57 poste due a due l’una sull’altra in questo modo:

“…Levinson HQD system. Consisted of Dual Quad ESL’s stacked bottom to bottom (forming an arc) with one Decca Ribbon Tweeter located in a space between the stacked units. Two separate, app x 3′ x 3′ x 6′, sealed cabinets housing 24″ or 30″ Hartley woofers. Usually, back then, was purchased as a ‘system’ consisting of the speakers, Levinson electronics including Pre-amp, 2 electronic crossovers and 6 Class A amplifiers, approximately 15 wpc (I’ve forgotten the model number)…”.

DSR ESB 7/05
DSR ESB 7/05

Diversamente dal sistema sperimentale che le aveva precedute, le 7/05 adottavano un sistema di carico del woofer che prevedeva un radiatore passivo di pari diametro, situato nella parte posteriore ed alta del mobile (in modo da eccitare quante più possibile stazionarie dell’ambiente, alle frequenze più basse dello spettro audio riprodotto). In pratica applicavano “ante litteram” un principio di interfacciamento con l’ambiente poi ripreso in modo molto più completo ed efficace nelle GR NPS-1000.

I prototipi delle 7/05 hanno iniziato ad emettere i primi suoni totalmente multi-amplificate. Il crossover adottato era il D-23 Pioneer, coadiuvato da un equalizzatore a terzi d’ottava (forse Altec) e da un parametrico SAE.

Una volta collegati i quattro finali sono state confermate le già decise frequenze di taglio e relative pendenze. Quindi si è passati alla regolazione dei livelli ed alle previste equalizzazioni. Alla prima uscita pubblica (alla mostra “Il Suono” di Roma) le 7/05 hanno funzionato dunque pilotate da un SAE 2600, due Fostex 300 e un Fostex 200, per circa 800 Watt RMS totali per cassa.

La presentazione ufficiale alla stampa, avvenuta ad un Jolly Hotel di Roma successivamente, vide invece il primo esordio pubblico del filtro passivo. In una sala di circa 2000 m3, alimentate dal solo SAE 2600 (400+400 W RMS su 8 ohm), le 7/05 vennero presentate alla stampa specializzata (a confronto con le B&W 801, le Infinity RS 2.5, le Kef 105 e le AR 9) ottenendo commenti estremamente lusinghieri.

E veniamo ora alle sue 7/05 usate e a cosa si potrebbe fare per riportarle a funzionare come quando erano nuove.

I miei consigli sono, nell’ordine:

– Fare sostituire le sospensioni in foam dei woofer, dei passivi e dei mid-bassi con analoghe sospensioni Ciare.

– Verificare la funzionalità di midrange e tweeter delle UMA. Ove un componente non funzionasse e non fosse possibile ripararlo si potrebbe sostituirne la parte funzionale con componentistica nuova Ciare. Tenga conto che il mid a cupola da 2″ con magnete in alnico e il tweeter da 1″ con cupola in seta di produzione odierna sono molto simili a quelli che la Ciare produceva in esclusiva per la ESB all’epoca.

– Verificare il corretto valore i tutti i fusibili, che devono essere di tipo rapido e della migliore qualità (resistenza inferiore a 0,5 ohm anche per quelli dei tweeter).

– Pulire bene e disossidare con un apposito liquido puliscicontatti sia i portafusibili che i commutatori e i reostati dei controlli di livello.

– Verificare lo stato dei condensatori elettrolitici non polarizzati presenti nel circuito di crossover ed eventualmente sostituirli con altri simili.

Per quanto riguarda gli interventi sugli altoparlanti potrà cercare un laboratorio specializzato in riparazioni nella sua città.

Io di solito agisco da solo, ma quando devo fare una segnalazione mi limito a www.caninialtoparlanti.it.

Augurandole buoni ascolti la invito a farci conoscere i risultati ottenuti.