Multiamplificazione Delta Tre AP06
Gentile amico,
ho deciso di costruirmi una coppia delle tue Delta Tre AP06.
Vorrei però chiederti il favore di derogare, almeno per una volta, alla tua decisione di non accettare le richieste di coloro che vogliono apportare modifiche ai tuoi progetti e ti spiego il perché: io sono un convinto sostenitore della multi-amplificazione avendo più volte avuto occasione di constatare con le mie orecchie i miglioramenti che tale sistema apporta.
Pertanto vorrei sapere come modificare il filtro crossover delle Delta Tre AP06 per poter amplificare separatamente il woofer ed il gruppo mid-tweeter e quale tipo di incrocio crossover mi consigli di adottare.
Poiché non è detto (anzi, è molto probabile!) che in seguito decida di eliminare anche il crossover passivo tra il Neo 8 ed il Neo 3, quale frequenza e quale tipo di filtro mi consigli di usare tra i due planari?
Tengo a precisare che, sempre grazie alla lettura dei tuoi stimolanti articoli, avrei deciso di acquistare il crossover-equalizzatore Behringer ULTRADRIVE PRO DCX2496 e due finali, sempre Behringer, A 500: che cosa ne pensi?
Con rinnovata stima,
Teo Marini (Roma)
P.S.) a chi posso rivolgermi a Roma per farmi costruire le bobine delle induttanze?
Gent. Teo Marini,
vorrei per prima cosa sgombrare il campo da una incomprensione che non ho capito bene da cosa possa derivare. E mi riferisco a questa tua frase:
“…tua decisione di non accettare le richieste di coloro che vogliono apportare modifiche ai tuoi progetti…”
Visto che io stesso ho scritto, firmato e pubblicato qui:
“…Mi piace Sottolineare che io non sono affatto contrario alla sperimentazione degli autocostruttori.
Non avrei scritto il Bass e il Cross se lo fossi… O no…?
Ma lo sono invece, e con determinazione, quando tale “sperimentazione” si limita ad apportare “modifiche” ai miei progetti meglio riusciti…
E il motivo è semplice.
Durante la stesura della filosofia e la decisione dei target iniziali dei miei progetti, io mi metto sempre in condizione di poter lavorare fino allo sfinimento, nella successiva fase di messa a punto, alla ricerca di quell’indefinibile “quid” che differenzia un progetto buono da uno in grado di regalare “emozioni”.
A volte le emozioni ricercate sono quelle tipiche dell’alta dinamica e della presenza… A volte quelle del massimo realismo dell’effetto ambiente… A volte la voglia di sentire il tocco delle dita sulle corde di una chitarra o sulle chiavi di uno strumento a fiato, mentre altre emozioni del tutto diverse possono nascere durante la ricerca dell’ultima armonica di una voce, di un ottimo violino o, per contrasto, del suono delle pelli di una batteria…
Bene. Quando io “metto a punto” un mio progetto cerco tutto questo.
No…?
A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che l’equilibrio su cui si fonda la capacità di una cassa di offrire emozioni è molto critico. E basta un volume un po’ troppo basso, o troppo alto, o una luce un po’ troppo forte, o un insieme di altoparlanti senza alcuna tela davanti per rompere l’incantesimo…
Ecco perché io non sono affatto contento quando qualcuno decide di alterare il risultato cui sono giunto con le mie “sudate carte”.
Perché non so se così facendo si precluderà la possibilità di fruire di quelle emozioni. E non so nemmeno prevedere in che misura…
L’unica cosa che so per certo è che la probabilità che questo aspetto dell’ascolto vada perso è altissima… Anche se, come tutti sanno… La speranza è l’ultima a morire…”
A pensarci bene, l’incomprensione che ho evidenziato potrebbe anche derivare dal fatto che, per poter attribuire ad una autocostruzione la Certificazione, io chiedo naturalmente che il progetto sia realizzato per filo e per segno.
Ma se qualcuno vuole utilizzare i miei progetti come base per poi alterarli a suo piacimento, fermo restando che si assumerà personalmente la responsabilità di quanto andrà a realizzare e che non potrà richiedere ed eventualmente ottenere la mia Certificazione, si accomodi pure. Ad esempio, nella mia Hall of Fame (si trovano anche realizzazioni “ispirate”, per le quali non è stata giustamente richiesta nessuna Certificazione)…
Però questo non vuol dire, indipendentemente dalla mia volontà, che io possa intervenire sulle varianti proposte per aiutare ad effettuarle correndo meno rischi possibile.
Nel tuo caso particolare, proverò ad esplicitare meglio in cosa consiste l’aspetto principale del problema.
Anzitutto, io non condivido la tua convinzione (più o meno galileiana) che la multiamplificazione possa sic et simpliciter garantire risultati migliori di un amplificatore singolo (di adeguate caratteristiche) seguito da filtraggio passivo, prima degli altoparlanti.
Questa mia affermazione deriva dalla notevole esperienza acquisita negli anni con la progettazione di filtri passivi, “ma anche” dall’aver progettato numerosi sistemi multiamplificabili (anche con filtri progettati e costruiti ad hoc). Ricordo a titolo di esempio la Serie DCM della ESB degli anni ’80.
Quindi, passo ad esporre un aspetto che purtroppo viene sottovalutato da moltissimi appassionati: i filtri passivi non attuano solo l’azione di taglio passa-basso/passa-banda/passa-alto per suddividere il segnale audio nelle diverse vie (terminate dai vari altoparlanti), bensì introducono anche opportune attenuazioni ed equalizzazioni delle rispettive risposte in frequenza. Il tutto, allo scopo finale di ottenere una risposta in frequenza globale corretta, nelle previste condizioni di funzionamento. Superfluo sottolineare che (dati certi altoparlanti e le loro caratteristiche di montaggio su un dato mobile e a parità delle bande attribuite ai vari componenti) per ogni risposta in frequenza esisterà una ed una sola risposta ai transienti… E che,alle stesse condizioni, anche le caratteristiche di dispersione (e ascolti annessi e connessi) non saranno diverse fra le due soluzioni.
Quando di adotta un crossover elettronico in sostituzione di uno passivo si deve quindi fare in modo di avere sottomano tutte le curve di intervento delle varie celle (terminate dagli altoparlanti) e di fare in modo che l’elettronica si faccia carico di tutte e tre le tipologie di intervento (filtraggio, attenuazione, equalizzazione) che ho elencato. L’apparecchio che citi lo consente. Ed anche qualcosa di più.
Purtroppo, però, io non ho disponibili ad oggi i grafici di intervento del filtro delle Delta Tre. E rilevarli sarebbe abbastanza impegnativo. Anche perché attualmente a casa mia non dispongo nemmeno dei prototipi, di quelle casse…
Quanto alle bobine, puoi tranquillamente recarti da Audiokit (che è anche in grado di fornirle già “trimmerate” sui valori esatti previsti dal progetto prescelto).